ANTOLOGIA CRITICA
TERRE CAMPANE
“C’è una scultura di riferimento, in me; una cosa ‘una cosa’ che mi perseguita da sempre; che mi appare chiara; che ho in testa limpida; ma che non faccio’ mai perché quando vado all’opera, tridimensionalmente, subentra l’istinto, la manualità, la consuetudine, il contingente, la forma e….e tutto sfugge: quella chimera plastica svanisce, inafferrabile, sublime, femminile, la ‘scultura mentale che ‘tenevo’ chiara in testa.”
LE MEMORIA DEL TEMPO
La memoria è coscienza dell’accadere, del farsi delle cose, del loro continuo divenire e l’opera è reperto archeologico di un itinerario dello spirito, nel tentativo di superare l’estrema fragilità della condizione umana e aggrapparsi all’incessante diversità del tempo.
CONFINI
Confini è anche il titolo di una mostra del 2017 – un tema sovrapponibile alla sua lunga stagione artistica, ponendo interrogativi sul reale e sul mentale, non ultimo anche nelle recenti sculture. Il confine nel suo separare offre anche una doppia visione, una ridotta capacità di guardare oltre da noi e ciò che viene a noi.
IMMAGINARIO PLASTICO
La maggiore dote è la coerenza linguistica, una continuità artistisca con cui ha saputo sviluppare ,nel tempo, il suo lavoro plastico. Negli anni gli è valsa come elemento di forza che lo porterà rapidamente a consolidare un registro linguistico in cui, vi è facile leggere, ad ogni sperimantazione l’innesco di uno sviluppo successivo.